galutinis

BAND: Ūkanose
ALBUM: Šiaurum Vėjum
ANNO: 2023
GENERE: Baltic folk metal
LABEL: Art of The Night Productions

Gli  Ūkanose, band lituana nata nel 2012, ha pubblicato dopo molto tempo un album nel quale la band ha raccolto nove canzoni che hanno eseguito spesso dal vivo, ma che non erano mai state raccolte in un disco. Curiosa la storia della nascita band, formatasi dopo una conversazione tra i membri sulla storia, il folklore lettone e la mitologia mentre bevevano birra, rendendosi conto di voler fare una sorta di remake di alcune canzoni popolari lettoni in chiave folk metal.

Sulla copertina di questo album si può vedere il volto di un vecchio, con l’aspetto di un dio, con lo sguardo perso nel vuoto, in basso si possono notare dei guerrieri che combattono in battaglia. Il tutto avviene in uno sfondo blu (tono principale della copertina in tutte le sue sfumature, con un tocco di bianco) con un simbolo pagano/ vichingo dietro il volto del vecchio.

In questo album ci sono, come già detto, nove canzoni in pieno stile Ūkanose. Tra queste tracce ce ne sono alcune che spiccano, anche se sono tutte ottime tracce. “1236“, una canzone più elettrica delle altre, in cui le incursioni di flauto sono ben calibrate all’interno della canzone e dove tutti gli assoli sono molto belli; “Iš prūsų Žemės” dove si può sentire un canto cadenzato, aiutato dalla parte strumentale, in particolar modo dalla batteria e dagli strumenti a fiato; “Samagonas” dove la sezione fiati è davvero impressionante, un canto più veloce rispetto alle altre nove tracce e una batteria davvero spettacolare, così come la sezione di chitarra; “Leliumoj” una canzone che diventa quasi acustica dopo l’inizio suonato dagli strumenti elettrici, ma con la parte strumentale che non risulta invasivo sulla parte cantata; “Plėšikėliai” infine è una canzone perfetta, ben bilanciata, che chiude il disco facendo ballare l’ascoltatore con il flauto che ricorda vagamente “Yarilo” degli Arkona. Una menzione speciale va a “Apynelis“, che assomiglia molto a una canzone da taverna, in senso buono ed è una canzone che si presta molto al pogo, con una sezione vocale “morbida”, così come la parte strumentale. Il flauto appare come uno strumento fondamentale in questo album, le voci sono sempre pulite e sempre ben alternate ed equilibrate sul disco. Gli altri strumenti sono sempre ben calibrati e non suonano mai fuori luogo, rendendo il disco perfetto da ogni punto di vista. 

In conclusione questo album è in piena regola uno dei migliori prodotti dalla band lituana, che dimostrano di essere in grado di sfornare sempre buoni album, con un sound che presenta un livello molto alto sia dal punto di vista compositivo che da quello performativo.

VOTE: 9.5/10

TRACKLIST:

  1. Liūdna liūdna        
  2. Ten už marių         
  3. 1236         
  4. Jievaru žydėsiu      
  5. Iš prūsų žemės      
  6. Apynėlis   
  7. Samagonas
  8. Leliumoj   
  9. Plėšikėliai

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