Il minitour italiano delle Nervosa – dopo le date di Cassino e Bologna – si conclude sul palco dello Slaughter Club di Paderno Dugnano. A far loro compagnia, tre band italiane della scena thrash/death: i Gravestone, i Mechanical God Creation e i Methedras.

GRAVESTONE

Si parte con i Gravestone, band storica romana attiva dal ’92 e in una fase un pò particolare: sono due infatti al momento le band Gravestone in attività dopo che il chitarrista, membro fondatore, Marco Borrani è stato estromesso dal gruppo originale. Per nulla intenzionato a mollare il colpo, Borrani ha dato vita a nuovi Gravestone (o vecchi, che dir si voglia) con i quali qui dal vivo ripropone i brani dell’EP Proud to Be Dead (nessuna traccia invece del più recente Ars Arcana nel quale comunque Borrani ha suonato). Fin da subito qualche problema tecnico a una cassa spia assilla proprio la performance di Borrani e ne condiziona un po’ tutta la serata. I pezzi, piuttosto articolati da un punto di vista del riffing sono comunque ben eseguiti, anche se l’impressione generale è che la band sia ancora un pò acerba e alla ricerca di una sua precisa identità in sede live. Qualche appunto in particolare va fatto alla cantante Beatrice Beatrix Serra, un pò troppo statica e poco sgamata con il pubblico, ma confidiamo che, vista la giovanissima, si tratta solo di inesperienza.

SETLIST

1. Corpse Embodiment
2. Flagellation
3. Eyes Withouts Sight
4. Proud to Be Dead
5. Matres

MECHANICAL GOD CREATION

Un impressione di estrema compatezza è invece quella che danno i Mechanical God Creation, anche loro afflitti inizialmente da qualche problema tecnico che li porta a ritardare di una decina di minuti l’inizio della loro performance (il microfono della cantante Luciana Catananti non ne vuole sapere di funzionare). Guidati da uno spaventoso Carlo Molinara alla batteria, il gruppo sfodera una prestazione eccellente e molto matura, senza il minimo calo di tensione. Anzi, a parer mio, è sembrato addirittura che il livello qualitativo migliorasse di brano in brano. Band coi controcazzi, fautrice di un technical death metal suonato con perizia ma nel contempo dinamico e potente. A dimostrazione di ciò, I Am the Godless Man e Overload chiudono il concerto lasciandoci con l’idea che questa è una band che merita. Molto bravi.

SETLIST

1. Illusions
2. Walkin Dead
3. Till the Sun is No Longer Black
4. Black Faith
5. I Am the Godless Man
6. Overlord

METHEDRAS

Non c’è due senza tre e anche i Methedras, patiranno il loro problema tecnico – stavolta è la pelle del rullante di Edo Sala ad andare completamente distrutta – spezzando sul più bello il ritmo di un concerto che per tre quarti stava andando molto bene. Fin dall’inizio, i Methedras danno l’idea di un gruppo oliato, pronto a spingere sull’acceleratore, non mancando di trascurare la parte più goliardica che consente ai nostri di gigioneggiare qua e là, mantenendo viva l’attenzione del pubblico. Il frontman Giuseppe ‘Rex’ Caruso, ex-Ira Rex, è uno che non si fa certo problemi sul palco e il resto della band lo segue a ruota. Esperienza a chili. Due i brani proposti dall’imminente album in uscita Human Deception: il thrash futuristico di Envy Society e quello dal sapore più alternative di Psychotic, pezzo che chiude la loro serata e ci lascia ben sperare per il nuovo disco. Peccato solo per l’inconveniente tecnico, ma nulla da dire, il gruppo c’è.

SETLIST

1. Another Fall
2. Injected Thoughts
3. Envy Society
4. Dead Silence
5. Blind
6. The Abyss
7. Know It All
8. Chernobyl
9. Psychotic

NERVOSA

Archiviati i Methedras, è il turno delle headliner Nervosa, anche loro, alle prese storicamente con frequenti cambi di formazione: il combo brasiliano al momento è un quartetto capitanato da Prika Amaral, voce principale oltre che chitarrista ritmica, Helena Kotyna alla chitarra solista, l’italiana Mia Wallace al basso e Michaela Naydenova dietro le pelli.

Si parte forte con tre pezzi dal loro recente Perpetual Chaos: l’omonima title-track, Kings of Domination e Genocidal Command ci mostrano una band solida e grintosa. Gli scapocciamenti delle bionde Amaral e Wallace sono un valore aggiunto mentre – a parere personale – molto buona è la presenza scenica di Helena Kotyna, sempre padrona della situazione. I ritmi serrati di Death, Masked Betrayer, People of the Abyss, Kill the Silence danno vita a un turbinio thrashissimo che consente in pieno di apprezzare le doti vocali di Prika Amaral: oltre alla presenza scenica, il suo screaming si rivela notevolmente trascinante, dimostrando di avere tutte le carte in regola per sostenere il ruolo di frontwoman. Si arriva dunque a Time to Fight, altro bel pezzo estratto da Perpetual Chaos che chiude la prima metà dello show. Mentre le altre si prendono una meritata pausa, Helena, restata sola in scena, esegue un solo di chitarra di gran classe che fa rifiatare tutti. Ma per poco. Il riff di Rebel Soul infuoca nuovamente l’atmosfera e ci prepara ad altre cavalcate: Venemous, Into Moshpit – uno dei pezzi migliori di Victim of Yourself – e Guided by Evil si susseguono senza un attimo di tregua, bombe al napalm scagliate con irrispettosa violenza. Endless Ambition e Under Ruins chiudono uno show che ha certamente mantenuto le aspettative: il thrash proposto delle Nervosa non sarà originalissimo, ma è suonato con la giusta convinzione e non delude. Si chiude con i ringraziamenti di Prika che non manca di ricordare al pubblico le sue origini italiane e di sentirsi a casa ogni volta che capita da queste parti. A presto allora!

SETLIST

  1. Intro
  2. Perpetual Chaos
  3. Kings of Dominatio
  4. Genocidal Command Death
  5. Masked Betrayer
  6. People of the Abyss
  7. Kill the Silence
  8. Time to Fight
  9. Helena’s Guitar Solo / Rebel Soul
  10. Venemous
  11. Into Moshpit
  12. Blood Eagle
  13. Guided by Evil
  14. Endless Ambition
  15. Under Ruins

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