BAND: Crimson Dawn
ALBUM: It Came from the Stars
ANNO: 2023
GENERE: Doom Metal
ETICHETTA: Punishment 18 Records

Nuovo lavoro per i Crimson Dawn, dopo il recente EP The Open Coffin che, con l’ingresso in line up del vocalist, ex-Crawler, Claudio Cesari al posto di Antonio Pecere, ci aveva fatto vedere una band più quadrata e consapevole dei propri mezzi.

Tale consapevolezza viene confermata anche con It Came from the Stars, un disco che fin dal primo ascolto colpisce per l’ottimo lavoro di squadra e per l’eccellente produzione. E anche gli ascolti successivi confermano l’idea che tutti a tasselli siano al posto giusto.

Si comincia con il tributo a Edgar Allan Poe: l’intro epic horror Prospero’s Castle, apre a The Masque of the Red Death, dove il doom metal classico dei nostri si fonde perfettamente con l’orrore del racconto.
Il coro poi è fantastico:

Behind the mask I have seen your face and I’ve seen my end
Masque of Red Death will find you everywhere
I’ve heard the clock
In the silence, the countdown of my end
Masque of Red Death will be everywhere

Ve lo troverete a canticchiare per i giorni a venire. Gran pezzo.

Il timbro di Cesari, un mix di U.D.O., Bruce Dickinson e Messiah Marcolin, è tanto particolare quanto efficace, sia nelle parti più sostenute sia in quelle più espressive, come in Hunter’s Dream, brano che si avvale peraltro della collaborazione di Melissa Pinion degli Stygian Crown.
Anche qui il lavoro delle chitarre e delle tastiere funziona alla perfezione, creando il tappeto sonoro ideale per le voci.

Fade Away è un pezzo molto maideniano che non avrebbe sfigurato in Senjutsu. Ottimo lo stacco centrale di basso e synth che apre ad un assolo di chitarra da pelle d’oca.

In Nera Sinfonia invece appare abbastanza evidente l’influenza dei Candlemass. Il testo in italiano racconta di un uomo che si trova in un’isola sperduta dove una civiltà antica, ormai scomparsa, è pronta a riaffiorare in tutta la sua maestosità sulle note di una nera sinfonia. Anche qui, i Crimson Dawn puntano su un coro potente e solenne, da cantare a squarciagola in sede live. Un pò come in Solace in Death, dove una ritmica piuttosto serrata apre magistralmente a un coro imponenente e ben riuscito.

Altro pezzo maideniano, The Ringmaster gioca su continui rimbalzi tra strofa/ritornello, chitarre/tastiere – ottima tra le altre cose la scelta di utilizzare l’harpsicord in diversi frangenti – mostrando una maturità compositiva ormai raggiunta. E così, mentre ci avviciniamo alla fine, ascoltando l’epic doom di Of Gods and Mortals, quella consapevolezza che inizialmente attribuivamo ai nostri si fa via via certezza anche per noi: la certezza che un certo tipo di metal suonato bene e con passione ha ancora molto da dire.

The Colour out of Space chiude degnamente il lavoro. Il lisergico arpeggio iniziale è rotto all’improvviso da una cavalcata epic doom nella quale un ispirato Cesari tira fuori ancora una volta il meglio di sé. Missione compiuta, ragazzi, e complimenti.

Voto: 7,5/10

Tracklist

Prospero’s Castle
The Masque of the Red Death
Hunter’s Dream
Fade Away
Nera Sinfonia
Solace in Death
The Ringmaster
Of Gods and Mortals
The Colour out of Space

Lineup

Claudio Cesari: Lead vocals

Dario Beretta: Guitar

Marco Rusconi: Guitar

Alessandro Reggiani Romagnoli: Bass

Emanuele Laghi: Keys

Luca Lucchini: Drums

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