In un non troppo freddo sabato di fine febbraio il “Black Metal Revelations” 2023, tour che vede le leggende del black metal norvegese Gorgoroth, accompagnate da Doodswens, Hats Barns e Tyrmfar, fa tappa al Revolver Club di San Donà Di Piave.

Anche grazie all’essere nel fine settimana, il locale è gremito fin da subito così da permettere a tutte le band di suonare davanti a un pubblico piuttosto nutrito, l’apice di affluenza ovviamente lo si registrerà a fine serata per l’esibizione dei Gorgoroth.

La serata nel complesso ha regalato una scorpacciata di black metal sotto diverse salse, da quello più melodico dei Tyrmfar, passando per le sfuriate old school di Hats Barn e Gorgoroth, senza però disdegnare il lato più ragionato fornito per l’occasione dagli olandesi Doodswens. Nota positiva del concerto sono stati anche i suoni che non hanno penalizzato nessuna esibizione e si sono rivelati sempre di ottimo livello per tutto il concerto.

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TYRMAR

Come scritto sopra, l’affluenza è buona fin da subito quindi quando gli svizzeri Tyrmfar salgono sul palco si ritrovano a suonare davanti a un pubblico abbastanza corposo che nel complesso si lascia coinvolgere dall’esibizione della band d’oltralpe. I Tyrmfar si dimostrano la proposta più moderna e leggera (termine da prendere con le pinze vista la serata) con il loro black metal melodico con influenze anche death. Musicalmente i Nostri ricordano a più riprese Dissection e Amon Amarth (quelli dei primi album) e il pubblico sembra gradire la cosa. La band gode di una buona presenza scenica, incentrata soprattutto sul vocalist Robin, che si muove senza sosta per tutto il concerto. L’esibizione dei Tyrmfar riesce a scaldare il pubblico a dovere permettendo alla band svizzera di lasciare il palco tra gli applausi.

HATS BARN

Dopo un rapido cambio palco ecco che cambia totalmente l’atmosfera con i francesi Hats Barn. Il gruppo transalpino sale sul palco con il tradizionale face painting e propone un massacro sonoro di puro black metal senza fronzoli. Il pubblico inizia a essere più numeroso e soprattutto incuriosito dai Nostri. La band capitanata da Pyscho infatti gode di un’ottima presenza scenica, merito in primis delle movenze del frontman e dei suoi movimenti scattosi e rabbiosi. I Nostri non sono solo apparenza e l’ottimo impatto visivo è accompagnato da una performance musicale di alto livello sebbene estremamente classica nel genere. Il concerto scorre liscio senza particolari pause o ringraziamenti, gli Hats Barn suonano ininterrottamente con furia cieca e il pubblico apprezza la cosa rispondendo con applausi e segni di apprezzamento dopo ogni brano.

DOODSWENS

Dopo due esibizioni di alto livello tocca agli olandesi Doodswens tenere alta l’asticella della serata. A livello scenico i nostri si rivelano più sobri degli Hats Barn, e offrono un’esibizione compatta dove alle classiche sfuriate black si alternano fasi più cadenzate e riflessive. Il pubblico si dimostra coinvolto dall’esibizione del gruppo capitanato da I., ma è innegabile che forse per la lunghezza dei pezzi o l’eccessiva freddezza con la quale i Nostri suonano, ci sia la percezione che manchi qualcosa alla band per ingranare completamente. Musicalmente parlando il concerto è ineccepibile, ma ben presto i pezzi finiscono per fondersi tra di loro e a diventare un unico polpettone sonoro. La cosa non sembra tangere troppo i presenti che comunque dimostrano di gradire la proposta del gruppo olandese.

GORGOROTH

Dopo un rapido cambio palco tocca ai norvegesi Gorgoroth chiudere la serata in un Revolver gremito. La band capitanata da Infernus e Hoest dà una lezione di black metal ai presenti, zero scenografie (se non per una coltre di nebbia che ben presto avvolge anche le prime file), zero pause, solo attitudine e violenza sonora. I Nostri sembrano letteralmente usciti dalle profondità degli inferi, tale è l’aura di malvagità che avvolge la band norvegese. Hoest si dimostra un frontman ruvido e carismatico allo stesso tempo, senza fare particolari intermezzi. L’esibizione dei Gorgoroth è un massacro sonoro dove si alternano classici come “Prayer“, “Bergtrollets Herv” o “Krig” a gemme come la seminale “Katharinas Bortgang” e “Destroyer“. Il locale diventa ben presto una bolgia e il pogo è praticamente continuo. La band norvegese non curante della cosa continua imperterrita per la sua strada senza soste e sembra trarre energia dal pubblico stesso. Il concerto vola senza momenti di debolezza e ben presto si arriva alla conclusiva “Unchain My Heart!!!” che mette la parola a un’ora di puro massacro. I Gorgoroth lasciano il palco tra le urla e gli applausi dei presenti che soddisfatti acclamano Infernus e compari per poi avviarsi verso l’uscita tutt’altro che delusi.

Setlist:

01. Bergtrollets Herv
02. Aneuthanasia
03. Prayer
04. Katharinas Bortgang
05. Revelation Of Doom
06. Forces Of Satan Storms
07. Ødeleggelse Og Undergang
08. Blood Stains The Circle
09. Cleansing Fire
10. Destroyer
11. Incipit Satan
12. Krig
13. Kala Brahman
14. Unchain My Heart!!!

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