BAND: Holy Moses
ALBUM: Invisible Queen
ETICHETTA: Fireflash Records
ANNO: 2023
GENERE: Thrash Metal

Un breve intro acustico apre Downfall of Mankind che subito scatena l’inferno. Il thrash degli Holy Moses
è di chiara matrice teutonica, ma a differenza di altri gruppi storici tedeschi, come ad esempio Kreator, Sodom o Destruction mantiene intatta una vena melodica chiaramente distinguibile, specialmente nei complessi intrecci strumentali che fanno da contraltare alla potenza stregonesca della vocalist Sabina Classen. A testimonianza di ciò gli oltre due minuti di fuoco che la band, tra appoggi funambolici e un assolo perfetto, sono capaci di produrre dal minuto 2:30 al 4:30 di questa opening track. Si parte benissimo.

La granitica Cult of the Machine rotola giù nella valle come un masso impazzito staccatosi dalla montagna. Quando la Classen urla i suoi ‘Kill them, kill them, kill them … find the traitors!‘ sembriamo veramente in balia di un’inconsulta furia omicida. Da vedere, se vi capita anche il video, dove i nostri in una fredda giornata invernale si scaldano vandalizzando a colpi di piccozza, martello e mazza da baseball, un auto da rottamare. Il demolitore ringrazia.

Dalla furia cieca di Cult of the Machine si passa al thrash controllato di Order Out of Chaos: la prima impressione che se ne ricava, ascoltando un pezzo come questo, è la conferma che questi Holy Moses sappiano padroneggiare la materia come solo i grandi gruppi sanno fare. La seconda è che saperli all’ultimo disco in tale stato di forma rende poco attendibile la loro dipartita. Staremo a vedere.

La title track Invisible Queen è una cavalcata malata che ribadisce nei testi, nell’interpretazione vocale e nelle sfuriate strumentali, quanto di buono abbiamo fin qui riscontrato. La Classen non transige (Through infernal skies I fly bringing madness to mankind) e non si risparmia. Il nostro destino è quello di vedere marchiato a fuoco l’intento diabolico che la ispira e di cui va fiera prima di cedere lo scettro a una nuova degna regina:

I have paved the way for those who follow me
My screams will live forever, My legend will never die

Si tira un pò il fiato con Alternative Reality, quasi doomeggiante nel suo incedere, anche se l’impianto – specialmente nel coro – è puro thrash metal sparato nei denti. In risalto la doppia cassa del’ex-Sodom Guido “Atomic Steif” Richter, un altro che la sa lunga.

The New Norm ruota intorno a dei riff assassini per ributtare tutta la sua violenza esplosiva in un groove metal senza compromessi. Molto bello l’assolo, classico e moderno allo stesso tempo.

Visions in Red fa da spartiacque ideale fra la prima e la seconda parte del lavoro, con accordi lunghi ben presto scardinati da una violenta raffica di colpi micidiali. Pezzo ben assemblato ma forse fin qui, il meno convincente.

Outcasts, tra i momenti migliori del disco, ci consente di tornare a parlare un attimo delle virtù di Sabina Classen: grinta, potenza e temperamento da vendere che innalza il valore di una band formata, per quello che abbiamo ascoltato finora, da musicisti di tutto rispetto.

Forces Great and Hidden è un’altra bomba sonora dove si ripresentano alcuni passaggi funambolici di chitarre intorno a un coro riuscito e potentissimo. Spettacolare il finale che con un meccanismo a incastro passa da un giro in dispari cadenzato e sinistro, sul quale la nostra strega si lancia in torvi avvertimenti,
a un giro thrash vecchia maniera che chiude magistralmente i giochi.

Too Far Gone e Depersonalized sono altri due thrashoni dove la band pesta a più non posso. Il primo si distingue per un coro che potremmo definire quasi ricercato intorno a una poltiglia di pura violenza, l’altro invece è il più old school tra quelli finora ascoltati. Ottimo ancora una volta il lavoro di rifinitura delle chitarre. Bello anche l’assolo.

Il brano che chiude l’album, e stando a quanto annunciato l’onorata carriera degli Holy Moses, è Through the Veils of Sleep, dall’incedere potente e dall’impianto classico. Anche qui si distinguono nettamente parti di estrema violenza alternate a parti più melodiche e ricercate, specialmente il coro che poggia su un lavoro di chitarre veramente notevole in fase di arrangiamento.

A questo punto, a nove anni di distanza dall’ottimo Redifined Mayhem e con i proclami della vigilia, la storia degli Holy Moses dovrebbe chiudersi qui. Eppure, in Invisible Queen non si avvertono segni di cedimento né di stanchezza, anzi tutto gira a dovere. E allora? Nel dubbio non ci resta che brindare: lunga vita a voi, Holy Moses!

Voto: 7,5/10

Tracklist:
Downfall Of Mankind
Cult Of The Machine
Order Out of Chaos
Invisible Queen
Alternative Reality
The New Norm
Visions In Red
Outcasts
Forces Great And Hidden
Too Far Gone
Depersonalized
Through The Veils Of Sleep

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